Queste sono alcune pagine che  hanno destato in me una curiosità enorme, perché conoscendo i luoghi descritti come sono oggi, ho potuto scoprire, attraverso il Leoncini, come questi apparivano alla fine del 1500. Anche le parole ed il modo di scrivere sono state una grande sorpresa. Come ad esempio la notizia che nel 1515 la Selva di Bauca fu tutta tagliata per "far calce per la fabrica di San Pietro di Roma", come nel 1501 il taglio di tutti gli "arbori di noce grossissimi" per fare le "fabriche della Rocca di Civita Castellana e Nepi per "bolla" di Alessandro VI°. Certo è che non tutti gli argomenti sono decifrabili, per me, ma nell'insieme il mio bagaglio di notizie su Orte si è allargato moltissimo. Leggi con attenzione queste pagine e poi mandami una e_mail con il tuo giudizio (wmarcoccio1943@libero.it oppure  wmarcoccio@hotmail.com)

Castello di Bauca, et Selva

Havendo descritti tutti questi luochi che sono fra Capenati e Vejentani dal monte Soratte fino ai confini del vago, e fertile territorio della città di Orta è cosa ragionevole ormai venire alla descrittione di detta città, castelli, e ville, borghi, laghi, fiumi, et altre cose che in detto territorio cominceremo, seguitando il nostro viaggio per la via Flaminia dal ponte della Rustica di Gallese, ove lassano detta via Flaminia, e seguitando la riva del Tevere si entra nel detto territorio a Rvo Freddo cosi detto quale nasce nella Selva di Bauca detta dal castello, e Lago che vi stanno.

Si trova nel piano un laghetto che produceva pesci, tenche, et anguille, hora è affatto secco per le forme chi vi si sono fatte per seccarlo, e nel colle a mano sinistra si vedono le vestige del Castello di Bauca, che scendendo per il piano fertilissimo entra nel Tevere, ove è una fonte detta del Tufo.

 Scriveremo prima la Selva, dopo la pianura poi il castello.

E’ questa selva di circuito circa 260 rubbia, e più ove vi sono molti fossi, e tra li altri uno detto di S. Cristoforo. Da una chiesa che era uvi edificata ad honore di detto santo, in mezzo di essa si vede un pezzo di muro antico.

Questa selva è della comunità si il pascolo, come anco la legna. Fu venduta a tempo di Leone X° per ordine di Sua beatitudine, così al tempo di Papa Paolo IV° anno 1557 li 10 di febraro, come per suo breve appare per 7150 scudi di moneta.

Così detta selva fu tagliata l’anno 1515 per far calce per la fabbrica di S. Pietro di Roma, come per lettere del Sig. Bartolomeo Feratini canonico di S. Pietro e commissario di detta fabbrica li 12 di novembre; il Sig. Giustino di Levis commissario.

Così Leone X° nel 1514 per un breve dato li 14 di luglio che il Sig. Leonardo Bartolini suo parente possa tagliare legna, e far calce alla selva di Orte al luoco detto Malpasso per far la villa della Magliana Diocesi Portuensis.

Per la rovina di molte case di Orte al tempo delle parti et in spetie dell’anno 1452 come si legge nei libri dei Consigli Not.o Gaspare Campana di Pistoia a car. 79, 80 fu fatto consiglio che ciascun cittadino ortano potesse tagliar legnale atto alle fabbriche delle case di Orta senza incorrere in pena alcuna, come già era solito, poiché erano ruinate molte case, con il bollettino del cancelliere.

La pianura a tempi antichi era piena di arbori di noce grossissimi, come hoggi ancora alcuni se ne vedono, e quando fu fabbricata la Rocca di Civita Castellana, e Napi, si sommi pontefici si fecero tagliare per li legnami per le fabbriche di dette rocche, come appare in cancelleria ortana alli libri di Giovanni Battista del Monte Santo anno 1501 a cae. 251 ove si legge, che N.S. mandò il Sig. Alessandro commissario che voleva 50 piedi di noce per la fabbrica di dette rocche, et la comunità glie li diede a Bauca.

 Bauca………

Il lago sempre è stato della comunità, come anco le terre sopra esso lago, come in tutti i protocolli si legge, et in spetie al protocollo di Angelo Mei Angeli nel 3° libro car. 8 anno 1460, come si legge nella promissione della dote dal Sig. Pillo del Sig. Verrocchio data alla sua figlia Sig. Bilancina a maritata a N.o Tommaso di Amelia, et il beneficio di detto lago si affittava dalla comunità ogni anno 242 fiorini anno 1498 cancell…….di Monte Santo car. 203.

Nascendo detto lago di Bauca da Fontana Benedetta che sta sotto detto castello verso Orta sotto la via come anco si prova questo in alcuni Atti Civili fatti al tempo di Urbano VIII° come si legge in cancelleria Ortana, et viene da detta Selva di Bauca, quale anco produce altre acque, fiumicelli, e fonti, che dal volgo fossati sono detti.

Mentre la selva è imboscata vi sono sempre li porci cignali, capri, lepri, et altri animali selvaggi, come da nostri cacciatori spesso son presi, così di palombi da ghianda gran quantità ve ne sono, et fonghi perfettissimi e brugnoli alle sua stagioni, che vi concorrono tutte le terre convicine a coglierli, che poi li vendono freschi, o salati, come sono cacciagione di altri animali volatili, et in spetie di tordi, che la comunità ogni anno vende detta caccia di tordi a matriciani, ed altri che ne fanno incetta per portarli a Roma, come di tutti questi animali sono anco per il territorio Ortano.

 Porto di Bauca

Sotto detto castello, e lago la comunità vi aveva nei tempi antiqui il Porto nel Tevere da passare i passeggeri, come si legge nelli Catasti vecchi, et antiqui dell’anno 1364. nell’assegna che fa Tore di Tomasso che abitava in Orte alla contrada di Capo Castello a car. 18 che dice presso il porto di Bauca; et nel libro dè Consigli p. 1 atti di jaco Petrutio vectutio di Narni a car. 133 et 139 anno 1406 si legge che Angelo di Berardo fuoruscito di Orte prese la barca del Porto di S. Lucida d’Orte, et la menò al Castello di Bauca, et ivi la vendè.

Dell’anno 1450 del mese di marzo li 29 come al libro dè Consigli per atti di Gaspare Campano car. 88 si legge come li servitori del Conte Francesco di Gallese suborno una barca a detto Porto che era di contadino di Nicolao, quale era il Conte Francesco Orsino che fu conte di Gallese, et a car. 90,92,95 si mandano ambasciatori al Papa Niccola V°, et venne poi ad Orta del mese di Junio detto Papa car.96 cosi per gli atti di Angelo di Manni cancell. Car. 45.

 Bauca Castello

Si fa mentione di Bauca in tutti i protocolli dè Consigli che era Castello habitato, come nell’anno 1333 al tempo di Papa Giovanni XXII° come al protocollo di Pietro di Joanni di Francesco in una tutela di D. Bonella moglie di Puccio di Lutio di detto Castello; et al detto protocollo l’anno 1337 prova che detto castello aveva il territorio car.6,12,19,59,89,90,91, et per Joanni Frationis car. 7 anno 1293; et al protocollo di Cencio Joan Pietri dell’anno 1302 si dice nella contrada di Bauca che S. Biasio vi aveva i beni, et in spetie nella contrada, e vocabolo “Le Cocomelle” car.7 et al lib.2 car.24 et lib.3 car.12,13,16,35 Puccio di Biasio di Bauca, ove anco si fa mentione di Gallese a car. 12,28,30 et al libro ultimo car.31 nomina Luca Peto di Bauca. Et protocollo di Antonio N.o Nicolai car.8,9,10 si dice nel Castello di Bauca contrada “Dupli”, et a car. 132 nel distretto di Bauca il Sig. Verrocchio vi aveva li beni.

Vi era in detto castello “La Torre grande” come a car. 132 si prova di detto protocollo, poi oltre questa vi era una altra “Torre piu piccola” come sin hoggi si vedono buona parte di essa.

 Bauca Castello

Dell’anno 1336 come al protocollo di Angelo di Pietro di Joanni in cancelleria si fa mentione di Frate Joanni di Bauca cosi anco si fa mentione nell’anno 1440 et prima dell’anno 1302 car, 7 al protocollo di Cencio Joanni  Petri et lib. 2 car.24 et lib. 3° car. 13,16,28,32,75.

Dell’anno 1301 al tempo di Bonifatio VIII° come per instromento di Pietro di Pietro d’Orte che sta in archivio tra le scritture di Jo. Battista Curio si prova che Bauca aveva il Signore da se, et ivi vi erano Mole, et vi stava come hora vi sta la Fontana Benedetta , ove anco si fa mentione della Selva di Castel Vecchio hora la Torre de Sordolini, et dell’anno 1363 li 19 di aprile al tempo di Urbano V° Jndictione 1° not. Francesco Puccio di Meo di Orta in cancelleria si legge che Baldovino Bucio Puccio Falcone di Orta vende a Pietro Janni di Palazzolo all’hora abitatore del Castello di Bauca quattro pezzi di terra posti nel territorio di Bauca in contrada “Le Piane”; ove anco si fa mentione di Castel Vecchio hora Torre di Sordolini.

 Bauca Castello

Bauca Castello della comunità di Orta antiquissimo al tempo di Bonifatio IX° fu dato in Vicaria perpetua dalla comunità al Sig. Verrocchio di Gregorio cittadino Ortano, come si legge nelli libri delle Bolle in Roma al lib. 4° di Bonifatio IX° carte 72 che esso Sig. Verrocchio vi spedì il Breve da Bonifatio IX° facendosi tributario del Papa e S. Romana Chiesa con recognitione di un paio di fagiani all’anno, et morto detto Sig. Verrocchio la ….camera Apostolica voleva detto castello, ove nacque lite tra la comunità, e la …..Camera, e l’anno 1556 indictione 14 in giorno di venerdì li 29 di majo al tempo di Papa Paolo IV° anno 3° fu sentenziato dalla comunità a favore, dell’Ill.mo Sig. auditore della Camera Sig. Paolo Odescalco, come per l’atti di Filore de Romolis notaro A.C. come si legge nella cancelleria di Orta.

Questo li fu dato al detto Sig. Verrocchio questo castello fu l’anno 1405 come si legge nel libro dè Consigli in cancelleria per gli atti di Jaco Petrutio Vectutio di narni carte 18.

 Bauca Castello

 In questi tempi per essere in Orta le parti Guelfe, et Ghibelline in colmo, et molti nobili, et plebei si fecero fuorusciti dalla città, onde fu necessitato il Vescovo Paolo degli Allati Fiorentino Vescovo di Orta con altri nobili della città fare una ragunata in casa del Sig. Cap.o Verrocchio, et ivi elessero a beneplacito della comunità cinque dè principali della città a quali derno titolo di Governatori per il pacifico stato della città di S. Chiesa, e dall’altezza del Sig. Andrea Tomacello nipote di Bonifatio IX°, e padrone di Orta, poiché non solo le cose di Orta stavano male, et si travagliava, ma per tutto lo Stato Ecclesiastico, quale eletione poi fu confermata da publicp Consiglio, et fu levato il Gonfaloniere dal Magistrato, et gli eletti furno questi Joanni Pertelli, Paolo Pucciarelli, Jaco Panulfi, Angelo Vanni, e Paolo Franceschelli.

Dandoseli autorità di fare, e disfare a lor beneplacito, punire li malfattori, et rei, cosi anco di far le paci, e tutti jurorno in mano del prefato Vescovo, et fu messo un Baricello, che fu Vico Sabati di S.Vittoria terra della Marca Anconetana detta Piceno alla destra del fiume Arno, e con ciò non ostante si davano sette libre di pane a bolognino; et dopo questo fatto si diede al detto Sig. cap.o Verrocchio il detto castello, et furno mandati ambasciatori al Papa per bolle per utilità della città, come se ne farà altrove memoria, et li banditi, et in spetie sopra la rinovatione dello “Statuto” che di già era stato rinnovato nell’anno 1395, et il Papa mandò ad Orta il Sig. card. Di Bari Legato, et gli fu andato incontro con rami di olivo, gridando viva Legato, e questo per detto del detto Sig. cap.o Verrocchio che era persona stimata non solo in Orta ma per tutto, et fu questo li 30 di maggio dell’anno 1405, et fu fatto forza da fuorusciti pigliare il castello di Bauca et non fu preso, et rovinorno il Borgo di Orta, come tutte queste cose, et altre si leggono in detto libro dè Consigli car. 6,7,9,18,20,24,25,29.

Dopo dell’anno 1406 del mese di majo il detto castello di Bauca con li mobili del Sig. Verrocchio furno presi, e rubati da fuorusciti come a car. 124 si legge nelli libri dè Consigli.

Per questo al Sig. Verrocchio gli furno dati li beni di alcuni fuorusciti ortani, e ribelli di S. Chiesa degli infrascritti. Jaco di Nereo, Vico Steche, Gallesino, Lello tasca, Angelo Vannelli Nelli, Angelo di Beraldo. Et bauca poi a pochi giorni ritornò in mano del Sig. Verrocchio car.127.

A questo tempo del mese di majo li 27 era il campo a Gallese, ed il Sig. Lodovico Migliorati scrisse alla comunità che li mandasse cento guastatori per ruinare, e guastare le possessioni dè gallesani, et la comunità ne mandò solo cinquanta per obbedire, ma non per odio de gallesani carte 129.

Allora Vannello del S.r Verrocchio supplicò alla comunità che si pigliassero 200 rotelle, e 100 balestre armi che si usavano a quel tempo per tutta Italia car.131.

 Bauca presa

Dell’anno 1407 li 22 di febraro di nuovo il castello di Bauca fu ripigliato car. 156 et fu dato al Sig. Verrocchio pro benemerentis come anco li fu data la “Cannara” della “Cannara militis”, con la solita ragione della caccia a N.o Vescovo, comunità, e Giudice ogni venerdì car. 11,12 l’istesso canc. Jaco Petruchio, come piu appieno si è scritto nel trattato della “Rocca di Orte” car.188.

Tutto quello va qui messo nell’ordine.

Ultimamente poi nell’anno 1412 quando Ladislao re di Napoli occupò questi paesi, e tOrta ancora, fu affatto scaricato, et preso detto castello, et al tutto derelicto, che più non vi si è abitato, come il Mazza dice “de rebus et origine faliscorum”.

Che nell’anno 1413 car. 26 re Ladislao predetto ruinò questo castello di Bauca, ma anco ruinò castello piccolo terra di Gallese poco lontano da detto castello di Bauca ove il Mazza piglia errore, come nel lago Vadimone che lo pone nel territorio di Bassano, et qtesto Bauca nel territorio di Gallese, cosa chiara, et evidente, il che è tutto l’opposto; perche il lago Vadimone sta sotto la vista di Bassano, ma nel territorio Ortano, come si è scritto, così questo castello di Bauca si vede nel territorio Ortano, e non Gallesano.

 Fontana Benedetta

Sotto detto castello nel fosso sopra la via romana, et della selva fra quei dirupi, e ruine, tra quelle erte, ed scoscese valli, senza vero sentiere, ma ripiena la foresta di sterpi, e sassi che ingombrano il tutto, ma cade poi tra quei scogli, e dirupi, arrivando nella dilettevole pianura che di essa poi faceva il Lago di Bauca sopra nominato, hora da cittadini quasi secco per forme che sboccano al Tebro, ove con larga vena cadendo da sassi forma un chiaro fonte che fa a guisa di mille zampilli spruzzi per ogni banda, e lìerbe a guisa tale che par che arrivi ad un fiorito prato, ove tenere rose, e bianchi gigli ricamino ogni cosa, ove quasi quasi un perpetuo Aprile fronteggi verde il crine a leggiadre piante, et teneri arbusti, che fa allargare il freno agli occhi, et ristorarsi a si vaga vista che si compiacciono di ristorar col diletto presente tutta la noja e tutto il male della via passata per la nostra Selva piena di fossi, sterpi, e sassi, dirupi, et ruine prive di ogni sentiero, et d’erte faticose, e discoscese valli, ripiena la foresta d’essa, sicchè arrivato a detto Fonte chiaro,limpido, e freschissimo, ognuno si ristora, poiché in copia grande spicca talmente acqua limpida, viva, e fresca. Panic Rag.6° par.2 car.126 pone una cosa simile nella descrittione del

 Santo Nicolao di Scopoli

Sopra queste chiese, ospedali, e monastero vi stava la chiesa di S. Nicolao di Scopoli gia membro della Fraternità, come alli suoi libri, et il Vescovo conferma una……per bolle di Gregorio IX°…..anno 1467 convento poi di S. Francesco, come per breve di Calisto 3° che qui abbasso si noterà, come sta notato in cancelleria nelli libri dè Consiglio dell’anno 1457 li 30 di ottobre, et si legge nel sopra nominato inventario di S. Francesco insieme con la chiesa di S. Clemente ivi poco lontana, hora detto S. Chiomento, et piu in su verso Melegnano sopra la fonte marticiola, il campo della Torre che è ove hoggi si dice il “Poggio di S. Egidio a Molegnano” membro di detti frati, e tutti questi beni inventariati, furno parte compri, et acquistati nel tempo di Frate Jacopo di Valleranno come si dice in quel tempo Guardiano del detto Convento a Caselle, et ospedale.

Nle 1308 come al protocollo di Cencio Joan Petri nel 2° quinterno car. 14,21,24 si legge S. Nicolao di Scopoli, e Nardo Cardarelli vi aveva due pezzi di terra in detta contrada anno 1324 car. 20,23,30.

 Santo Nicolao di Scopoli

Per più bolle di Sommi Pontefici si prova detta chiesa così in cancelleria, et al protocollo come a 1° libro delle chese car. 256 et 422.

Tutto quello che ivi è scritto, va qui inserito.

Credo si dica di Caselli questa contrada per li molti edifici che vi sono scaricati, che se ne vedono le vestige, e buona parte di questi contorni è posseduta da detti Padri di S. Francesco.

Credo che ne tempi antichi quivi fosse qualche Villaggio detto Caselli, poiché vi era il Convento di S. Francesco, et Ospedale, così il Monastero di S. Maria Maddalena et S. Nicolao di Scopoli poco lontano, che se non vi fosse stato villaggio li frati minori di S. Francesco, non haveriano presi questi luochi così solitari, e tanto lungi dalla città, et quasi sulla riva del Tevere.

Hora tutti questi luoghi sono quasi ridotti che appena se ne vedono le vestiie ove vi fossero.

 Santo Nicolao di Scopoli

Era posto (come hoggi è) questo Convento, et eremitico luoco in uno scoglio da dove ha preso il nome, et in una sommità di altro scoglio vi sta un arbore di una Oliva (dedicata gia a Pallade) verdissima, e vaga tanto che pare che alletti alla contemplatione del sommo nostro bene, e vera luce Iddio con la sua gloria; veramente credo fosse un bellissimo luoco quando era abitato, hora è tutto ruinato, fracassato, insellato, e derelicto.

Sta questo luoco tra la selva di bauca, la Torre dè Sordolini, et Via Tiberina, et risguarda il levante, il Tevere, et anco si mostra sopra il Tevere per venire da Bauca ad Orta.

Sotto questa chiesa vi sta un fonte di limpidissima acqua, et buonissima che invita gli assetati, che per vedere detto luogo vanno a berne, et il loco si dice la “Valle di S. Nicolao”, che parte di detto luoco lo possedevano li frati di S. Francesco.

 Chieda si S. Chiomente (Clemente)

Nel territorio descritto di sopra dè frati di S. Francesco si nomina anco la chiesa di S. Clemente, quale chiesa sta tra S. Nicolao, e la Torre dè Sordolini, come se ne veggono le vestige ancora, et si dice S. Chiomento, quivi si veggono molte belle pietre lavorate all’antica, et vestige di muraglie, così arando se ne trovano, come anco vi fu trovata un Aquila di bronzo a questi mesi passati che li Sordolini hanno in casa, e vi sono molte vestige di edifitii.

 Fonte di Martevola

Seguitando la via Tiberina per venire verso Orta si trovano dè poderi di particolari con edifitii, e case, et piantate belle, et a mano destra verso il Tevere una fonte antichissima nell’entrata del piano di “Molegnano” detto credo “Moles Jani”, come si vede una grandissima pila sulla ripa del Tevere poco lungi da detto fonte incontro, ove il fiume Nari detto la Negra sbocca nel Tevere. Prima che il Tevere avesse buona parte di detto piano, era grandissima la pianura, e capace non solo di un esercito, ma di due per far giornata.

In questo piano a questa fonte a tempo de nostri Avi ci fu ritrovata una pietra di marmo scritta con lettere greche, quale fu spezzata, e fracassata, et a tempi nostri facendovi cavare il R. Mo. Lodovico Marzolino Preposto di S. Silvestro, che detto fonte sta contiguo nelli poderi di detta chiesa, vi furono trovate tegole di terra quadre di quattro palmi per ogni banda larghe, et in mezzo vi erano queste lettere Vini quieti oltreché vi si trovano molte sepolture, et infiniti corpi morti.